Friuli e Sardegna a confronto, martedì 21/5 due appuntamenti a Udine: all’Università alle 15 e alla Libreria Tarantola alle 18

Martedì 21 maggio a Udine si parla di Sardegna, delle sue rivendicazioni di autogoverno e dei soggetti politici che si sono proposti come i suoi più autentici e coscienti interpreti in due appuntamenti.

Il primo è fissato per le 15 nella Sala Riunioni del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine (via Treppo 18, Udine), con il seminario dal titolo Questione sarda e idee di Sardegna, che sarà tenuto da Carlo Pala, politologo dell’Università di Sassari e redattore della rivista scientifica Nazioni e Regioni. Studi e ricerche sulla comunità immaginata.

L’incontro si inserisce nel Progetto di ricerca dipartimentale FRIÛL@EUROPE – Questione friulana, questioni friulane. Territorio, identità, diritti, autogoverno, Europa, condotto da Claudio Cressati e Marco Stolfo, che si propone di affrontare la «questione friulana» – in estrema sintesi: le rivendicazioni di autogoverno del Friuli e i tentativi di risposta che esse hanno avuto, in particolare dal primo Novecento ad oggi – e quindi le elaborazioni teoriche che la riguardano, i suoi contenuti, le sue motivazioni, le sue finalità e i principali soggetti (singole personalità e associazioni, movimenti e partiti politici) che nel corso degli ultimi cent’anni ne sono stati i interpreti e i protagonisti.

Il contributo di Carlo Pala, in questo ambito, è particolarmente importante in quanto offrirà una serie di elementi di confronto e di comparazione tra Sardegna e Friuli, tra “questione sarda” e “questione friulana” e tra “questioni sarde” e “questioni friulane”, con riferimento tanto alla sfera socioeconomica (lavoro, formazione, migrazioni, istruzione) quanto alla dimensione identitaria, alle specificità linguistiche e culturali e alla sfera ambientale.

Gli stessi argomenti saranno ripresi durante il secondo appuntamento del 21 maggio, dal titolo Ideis e visions di Sardegne, in programma alle 18 alla Libreria Tarantola di Udine (Via Vittorio Veneto 20), in cui Marco Stolfo dialogherà con Carlo Pala in particolare sui contenuti del suo libro, Idee di Sardegna. Autonomisti, sovranisti, indipendentisti oggi. L’evento è promosso dalla cooperativa Informazione Friulana, società editrice di Radio Onde Furlane, con la collaborazione della libreria Tarantola, del progetto MuMuCEI (Multilingualism Multicultural Citizenship and European Integration) dell’Ateneo friulano, dell’associazione di promozione sociale e culturale KLARIS e di Ethnos & Demos. Identità, Culture, Diritti e Integrazione in Europa, iniziativa di informazione e documentazione su questi temi presente in rete, e rientra nel programma delle attività legate all’edizione 2019 di Suns Europe, il festival delle arti nelle lingue minorizzate del continente organizzato con il sostegno della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia.

La partecipazione ai due incontri è libera e gratuita.

Vierte Europe, oggi, domani e venerdì su Onde Furlane l’ultima puntata del programma dedicato alla Primavera dell’Europa

Il programma della Primavera dell’Europa promosso dal Centro di documentazione europea (CDE) ‘Guido Comessatti’ dell’Università degli studi di Udine e dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione europea per promuovere la cittadinanza europea in vista delle elezioni del prossimo 26 maggio, si chiude con la fine della settimana.

Oggi, mercoledì 27 alle 13.30, su Radio Onde Furlane (in modulazione di frequenza – 90 Mhz e 90.2 Mhz – e in rete all’indirizzo www.ondefurlane.eu) si potrà ascoltare la terza ed ultima puntata di Vierte Europe, la trasmissione radiofonica dedicata proprio ai temi della cittadinanza europea che insieme all’incontro pubblico Verso il 26 maggio: l’Europa a portata di mano completa l’iniziativa realizzata dal CDE di Udine e dalla società editrice della radio libare dai furlans, anche con la collaborazione di AUSE (Associazione universitaria di studi europei), Movimento europeo, Accademia europeista del Friuli-Venezia Giulia, Casa per l’Europa di Gemona del Friuli e associazione KLARIS.

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Dopo la puntata inaugurale, programmata martedì 19 marzo alle 13.30, mercoledì 20 alle 7.30 e giovedì 21 alle 13, nella quale sono state illustrate finalità e caratteristiche del progetto, e l’appuntamento successivo, diffuso nell’etere e in rete lunedì 25 marzo alle 14 e alle 17.30 e martedì 26 alle 7.30, in cui sono state riproposte parti degli interventi di Francesco Pigozzo del Centro studi, formazione, comunicazione e progettazione sull’Unione europea (CesUE) di Pisa, e di Angelo Floramo, vicepresidente della Casa per l’Europa, Vierte Europe presenterà alcuni estratti dei contributi presentati giovedì scorso dai giuristi dell’Università di Udine Elisabetta Bergamini e Francesco Deana.


La trasmissione, in programmazione anche giovedì 28 alle 13.00 e venerdì 29 alle 16.30, sarà dedicata alle istituzioni dell’Unione europea e in particolare al ruolo e ai poteri del Parlamento europeo e alla cittadinanza europea, con un focus sulla partecipazione democratica alle dinamiche istituzionali dell’UE tra elettorato attivo e passivo, petizioni e iniziativa legislativa popolare e quindi sull’importanza delle elezioni europee.

Tutte le puntate di Vierte Europe, dopo essere state diffuse nell’etere e su internet, sono disponibili in podcast.

È cominciata la Primavera dell’Europa per promuovere conoscenza, cittadinanza e partecipazione

Tante persone in sala e una serie di relazioni decisamente interessanti. Verso il 26 maggio: l’Europa a portata di mano, l’incontro pubblico inserito nel progetto Primavera dell’Europa, organizzato dal  Centro di documentazione europea (CDE) ‘Guido Comessatti’ dell’Università degli studi di Udine e dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, non ha tradito le aspettative della vigilia.

L’evento è stato anticipato dalla prima puntata di Vierte Europe, la serie di tre trasmissioni diffuse da
Radio Onde Furlane, che completano il programma dell’iniziativa che, come le concomitanti attività in svolgimento in questi giorni altrove in Italia e in Europa, intende promuovere la cittadinanza europea in vista delle elezioni del prossimo 26 maggio.
Il programma, diffuso martedì 19 marzo alle 13.30 e poi in replica mercoledì 20 alle 7.30 e giovedì 21 alle 13, è ora disponibile in podcast.

Nel corso del pomeriggio dello scorso giovedì 21 marzo si è parlato di Europa, di storia e prospettive del processo di integrazione europea, dell’Unione europea e delle sue istituzioni e della cittadinanza europea tra forma e sostanza, norme e quotidianità, informazione e partecipazione.

Nella prima sessione dell’evento, che si è tenuto a Udine nella Sala Pasolini del Palazzo di Toppo Wassermann con il coordinamento di Claudio Cressati e Marco Stolfo, si sono alternati contributi video e relazioni. Angelo Floramo, vicepresidente della Casa per l’Europa, ha proposto una avvincente riflessione sull’Europa e la costruzione dell’unità europea, tra riferimenti storici, principi, diritti, ideali, problemi e prospettive, sottolineando l’importanza di perseguire una effettiva unità. Francesco Pigozzo del Centro studi, formazione, comunicazione e progettazione sull’Unione europea (CesUE) di Pisa, si è invece concentrato sull’assetto istituzionale dell’Unione , affrontando alcune fondamentali questioni chiave, quali il funzionamento dell’UE, il suo ruolo nel quadro della politica internazionale e il suo potenziale non ancora pienamente espresso, proprio a causa del prevalere di un approccio intergovernativo.

Nella parte centrale, introdotta da alcuni video della campagna  #stavoltavoto, i giuristi dell’Università di Udine Elisabetta Bergamini e Francesco Deana hanno trattato diversi aspetti dell’assetto istituzionale dell’Unione europea e in particolare del ruolo e dei poteri del Parlamento europeo e della cittadinanza europea, con un focus sulla partecipazione democratica, l’elettorato attivo e passivo, le petizioni e l’iniziativa legislativa popolare. Su questi temi è intervenuto anche Renato Damiani della Casa per l’Europa, ripercorrendo le tappe che hanno portato alla creazione delle Comunità europee e quindi dell’Unione.

Nella terza parte del pomeriggio sono stati affrontati alcuni aspetti della prossimità e della quotidianità della dimensione europea, tra informazione, partecipazione civica, politiche giovanili e del lavoro e associazionismo studentesco con i contributi di Paolo Francesco Sgarlata di Europe Today, Angelica Ferretti dello Europe Direct Eurodesk del Comune di Pordenone, Elvis Pigani dell’InformaGiovani del Comune di Udine e Stefania Garofalo dell’EURES (Servizio europeo per l’impiego) della Regione Friuli-Venezia Giulia, cui ha fatto seguito la doppia presentazione di Alice De Candia dell’Association des États Généraux des Étudiants de l’Europe (AEGEE) e Simone Campo Dall’Orto dell’Erasmus Student Network (ESN), che hanno descritto l’attività delle rispettive associazioni e hanno illustrato con apprezzata chiarezza le modalità di voto alle elezioni europee.

Il progetto Primavera dell’Europa è realizzato anche con la collaborazione di AUSE (Associazione universitaria di studi europei), Movimento europeo, Accademia europeista del Friuli-Venezia Giulia, Casa per l’Europa di Gemona del Friuli e associazione KLARIS.

Oggi alle 14 e alle 17.30 su Radio Onde Furlane (in modulazione di frequenza sui 90 Mhz e 90.2 Mhz e in rete all’indirizzo www.ondefurlane.eu) si potrà ascoltare la seconda puntata di Vierte Europe, che sarà riproposta anche domani, martedì 26 marzo alle 7.30.

 

Primavera dell’Europa, dal 19 al 29 marzo un’iniziativa di Università di Udine e Onde Furlane in vista del voto del 26 maggio

È Primavera: svegliamoci, europei! Il Centro di documentazione europea (CDE) ‘Guido Comessatti’ dell’Università degli studi di Udine e la cooperativa Informazione Friulana raccolgono la sollecitazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e con il suo sostegno organizzano un’iniziativa dedicata alla promozione della cittadinanza europea in vista delle elezioni del prossimo 26 maggio. Il progetto si intitola Primavera dell’Europa e si sviluppa, in concomitanza con azioni analoghe realizzate dagli altri nodi della rete italiana dei Centri di documentazione europea, dal 19 al 29 marzo. In particolare, il programma predisposto dal CDE di Udine e dalla società editrice di Radio Onde Furlane, con la collaborazione di AUSE (Associazione universitaria di studi europei), Movimento europeo, Accademia europeista del Friuli-Venezia Giulia, Casa per l’Europa di Gemona del Friuli e associazione KLARIS, comprende una serie di trasmissioni radiofoniche ed un evento pubblico.

Sulle frequenze analogiche e digitali della radio libare dai furlans (90 e 90.2 Mhz e www.ondefurlane.eu) si parlerà di Europa, istituzioni, politiche ed elezioni europee nell’ambito delle tre puntate di Vierte Europe, diffuse martedì 19 marzo alle 13.30 (repliche mercoledì 20 alle 7.30 e giovedì 21 alle 13), lunedì 25 marzo alle 14 e alle 17.30 (e martedì 26 alle 7.30) e mercoledì 27 alle 13.30 (repliche giovedì 28 alle 13.00 e venerdì 29 alle 16.30).
Giovedì 21 marzo, con inizio alle ore 15, a Udine, a Sala Pasolini del Palazzo di Toppo Wassermann (Via Gemona 92) ospiterà l’incontro Verso il 26 maggio: l’Europa a portata di mano, che si preannuncia ricco di contenuti e di confronto con il pubblico. Sarà introdotto da Claudio Cressati, docente dell’Ateneo friulano e responsabile scientifico del CDE, che coordinerà i lavori insieme a Marco Stolfo, e nella sua prima parte prevede gli interventi di Francesco Pigozzo del Centro studi, formazione, comunicazione e progettazione sull’Unione europea (CesUE) di Pisa, e di Angelo Floramo, vicepresidente della Casa per l’Europa.

Seguiranno i contributi dei giuristi dell’Università di Udine Elisabetta Bergamini e Francesco Deana, che parleranno delle istituzioni dell’Unione europea e in particolare del ruolo e dei poteri del Parlamento europeo e della cittadinanza europea, con un focus sulla partecipazione democratica alle dinamiche istituzionali dell’UE tra elettorato attivo e passivo, petizioni e iniziativa legislativa popolare, aspetti che verranno affrontati anche da Renato Damiani della Casa per l’Europa.
Le diverse dimensioni della prossimità e delle opportunità offerte dell’Unione europea saranno al centro della terza parte dell’incontro con gli interventi di Alice De Candia dell’Association des États Généraux des Étudiants de l’Europe (AEGEE) di Udine, Simone Campo Dall’Orto dell’Erasmus Student Network (ESN) del capoluogo friulano, Alessandra Miani dell’EURES (Servizio europeo per l’impiego) della Regione Friuli-Venezia Giulia, Angelica Ferretti dello Europe Direct Eurodesk del Comune di Pordenone e Elvis Pigani dell’InformaGiovani del Comune di Udine.
La partecipazione all’incontro è libera e gratuita. Per saperne di più: cde@uniud.it e 0432 558557.

Tutela delle minoranze. La Legge 482/1999 tra radici europee e risultati italiani

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Radici europee e risultati italiani. Sono, nel bene e nel male, le caratteristiche di fondo della legge 482/1999, Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche. Queste peculiarità sono state sottolineate nei diversi interventi che hanno caratterizzato l’incontro che si è tenuto lo scorso 15 dicembre a Udine nella Sala Corgnali e Sezione Moderna della Biblioteca civica ‘V. Joppi’, proprio in occasione del diciottesimo anniversario della promulgazione di quel provvedimento, approvato in via definitiva dal Senato il 25 novembre 1999.

La ricorrenza è stata ricordata nell’ambito del progetto RegjonEurope_ResonEurope, realizzato dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno del Consiglio regionale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, con un confronto a più voci, coordinato dal giornalista e ricercatore Marco Stolfo, sulla storia, sui contenuti e sull’applicazione di quel provvedimento. Ne hanno discusso, in particolare, Jole Namor, presidente del circolo culturale Ivan Trinko e già presidente del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, e Diego Navarria, sindaco di Carlino e presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana.

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Assente giustificata Velia Plozner, componente della Commissione regionale per le minoranze di lingua tedesca, hanno contribuito alla discussione anche Walter Tomada, giornalista, insegnante e presidente del comitato tecnico di Docuscuele, il centro regionale di documentazione, ricerca e sperimentazione didattica per la scuola friulana, e Claudio Cressati, docente di Culture politiche in Europa all’Università di Udine.
I partecipanti si sono trovati d’accordo sulla rilevanza storica della prima legge statale di tutela delle minoranze, sul fatto che l’approvazione di quel provvedimento sia stata favorita sia dalle mutate condizioni geopolitiche continentali che dalla particolare determinazione che esponenti delle comunità friulana e slovena hanno manifestato almeno dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso nel rivendicare l’esistenza di apposite norme di tutela a livello statale.

C’è stata altresì un’intesa di fondo anche in merito alle tante difficoltà incontrate in questi anni nell’attuazione della legge stessa. Lo ha sottolineato Diego Navarria, con riferimento tanto alla scuola e agli usi delle lingue minoritarie nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni, ambiti in cui in prevalenza non si è ancora riusciti a passare dalla sperimentazione alla normalità, complice anche il notevole calo dei già limitati finanziamenti statali, quanto al servizio pubblico radiotelevisivo, settore nel quale forse inizierà a muoversi qualcosa nel 2018. Lo ha ricordato anche Jole Namor, che ha inoltre aggiunto un paio di considerazioni su alcune conseguenze che la 482/1999 ha avuto sulle minoranze linguistiche del Friuli-VG.

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In termini positivi ciò ha comportato un riconoscimento formale e condiviso della loro esistenza, delle loro specificità e dell’importanza della loro tutela, che ha trovato ulteriori conferme nella legge 38/2001 e nella legislazione regionale di settore degli ultimi dieci anni. In questo ambito – ha aggiunto Namor – va ricordata l’azione del Comitât/Odbor/Komitaat/Comitato 482, che aggrega entità espressione delle comunità friulana, slovena e tedesca del Friuli allo scopo di stimolare in maniera unitaria le istituzioni regionali e statali a dare risposte efficaci alle istanze di tutela e valorizzazione.

Nel corso dell’incontro l’attenzione è stata puntata altresì sulle recenti conferenze regionali di verifica circa l’attuazione delle leggi 26/2007 e 29/2007, sulla necessità di maggiore determinazione da parte della Regione nell’esercizio della propria autonomia speciale, che nelle minoranze e nella loro tutela trova le proprie ragioni e finalità fondamentali, e sull’opportunità che la stessa Regione acquisisca piene competenze in campo scolastico e che, se si procederà a una riforma dello Statuto, questo evidenzi maggiormente il profilo multilingue e multiculturale del Friuli e dell’area triestina.
Il progetto RegjonEurope_ResonEurope continua con le ultime puntate della rubrica radiofonica su Onde Furlane (90.00 Mhz, 90.200 Mhz e www.ondefurlane.eu) sino al 31 dicembre prossimo.

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RegjonEurope_ResonEurope continua su Onde Furlane e sul territorio. Il 15.12 si parla di tutela delle minoranze a Udine alla Biblioteca ‘Joppi’

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A Udine si ricordano i diciotto anni della legge 482/1999, Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, con un confronto a più voci sui contenuti e sull’applicazione di quel provvedimento, con un’attenzione specifica per le sue ripercussioni a livello regionale e per le sue radici europee. L’appuntamento è fissato per venerdì 15 dicembre – anniversario della promulgazione della legge – alle ore 18 nella Sala Corgnali della Sezione Moderna della Biblioteca civica ‘V. Joppi’ (via Bartolini 5), e fa parte del progetto RegjonEurope_ResonEurope, realizzato dalla cooperativa Informazione Friulana con il sostegno del Consiglio regionale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, dedicato proprio alle connessioni tra la dimensione regionale e il contesto continentale e strutturato in una serie di trasmissioni su Radio Onde Furlane e in alcuni eventi pubblici riguardanti queste tematiche.

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Sono previsti gli interventi di tre rappresentanti delle minoranze linguistiche del Friuli-Venezia Giulia: Velia Plozner, componente della Commissione regionale per le minoranze di lingua tedesca, Jole Namor, presidente del circolo culturale Ivan Trinko e già presidente del Comitato istituzionale paritetico per i problemi della minoranza slovena, e Diego Navarria, presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana.
All’incontro, coordinato da Marco Stolfo, curatore del progetto RegjonEurope_ResonEurope e conduttore della corrispondente trasmissione su Radio Onde Furlane, parteciperà anche il giornalista Walter Tomada, con alcune considerazioni e qualche consiglio di lettura sull’argomento, come è giusto che sia in occasione di un incontro in biblioteca…

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L’evento dedicato alla legge 482/1999 e alla tutela delle minoranze tra Europa, Italia e regioni fa seguito a quello che si è tenuto lo scorso 12 dicembre presso la Libreria Tarantola di Udine, in cui Carli Pup (Radio Onde Furlane), Antonio Banchig (Novi Matajur), Andrea Valcic (La Patrie dal Friûl) e Hubert Londero (Il Friuli) hanno dialogato sul rapporto tra informazione ed Europa e su come l’Europa, nelle sue diverse declinazioni – come dimensione storica e geografica, come istituzioni europee e soprattutto come pluralità di territori, identità e culture – viene raccontata (o non raccontata…) da parte dei media.

I prossimi appuntamenti con la rubrica radiofonica RegjonEurope_ResonEurope sono previsti, in diretta, il 16, il 20 e il 30 dicembre alle 8.30 e, in replica, il 17, il 21 e il 31 dicembre, rispettivamente la domenica alle 10.30 e il giovedì alle 17.

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Nella seconda puntata, che è stata diffusa in diretta ieri e sarà trasmessa anche oggi, in replica, alle 17, sono stati ripresi i temi dell’incontro del 12 dicembre alla Libreria Tarantola, si è parlato di tutela delle minoranze e integrazione europea dalla fine della Seconda Guerra mondiale al giorno d’oggi, con un ricordo di Gaetano Arfè a cura dello storico e archivista Andrea Becherucci, nello spazio dedicato ai consigli di lettura è stato presentato il sito tematico di informazione e documentazione Ethnos & Demos. Identità, Culture, Diritti e Integrazione in Europa e ai suoi articoli più recenti dedicati alla Corsica e infine è stato introdotto l’appuntamento del 15 dicembre.

Radio Onde Furlane si può ascoltare in modulazione di frequenza (90.00 Mhz e 90.200 Mhz) e su internet, in streaming all’indirizzo www.ondefurlane.eu e su tablet, iPad, iPhone e smartphone, anche attraverso la apposita App.

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Tutela delle minoranze, l’Europa tira di nuovo le orecchie all’Italia

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Se non è una vera e propria bocciatura, può essere sicuramente definita un’altra pesante ‘rimandatura’ con diversi ‘debiti’ a carico. L’Europa tira nuovamente le orecchie all’Italia per come non tutela adeguatamente le minoranze e lo fa con il linguaggio nel contempo rigoroso e felpato di un atto ufficiale del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, che dal 1949 è la principale organizzazione di difesa e promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto.
Si tratta della risoluzione CM/ResCMN(2017)4, approvata lo scorso 5 luglio a Strasburgo, riguardante l’applicazione della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali.

Il documento sancisce la conclusione del quarto ciclo di monitoraggio in merito all’attuazione da parte dello Stato italiano degli impegni assunti ormai vent’anni fa con la ratifica di quella convezione che, insieme alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, costituisce il punto di riferimento principale per la garanzia dei diritti delle minoranze.

La risoluzione del Comitato dei ministri di Strasburgo conferma quanto emergeva già nella Quarta opinione sull’Italia, redatta due anni fa dal Comitato tecnico consultivo in base alla documentazione presentata dal Governo italiano nel marzo 2014 e a seguito degli incontri di verifica che si erano tenuti nell’estate del 2015: permangono rilevanti mancanze nell’attuazione delle politiche di tutela.

Una prima osservazione generale riguarda la normativa, che se c’è non viene applicata e se non c’è non si fa nulla affinché finalmente esista.

Alla prima categoria appartengono, per esempio, le norme contenute nella legge statale 482/1999 e in alcune leggi regionali. A questo proposito, la risoluzione sottolinea la necessità di intervenire con maggiore determinazione ed efficacia per garantire l’effettivo uso delle lingue delle minoranze nei media, con particolare riferimento al servizio radiotelevisivo pubblico e alla stampa (come è stato ribadito in più occasioni da associazioni e altre istituzioni espressione di quelle comunità), e ribadisce la necessità di fare altrettanto a favore dell’uso delle medesime lingue nella sfera pubblica (istituzioni e servizi, in particolare a livello locale) e per il loro insegnamento e uso nelle scuole.

Nel settore dell’istruzione il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sollecita il Governo italiano ad intervenire sia dal punto di vista finanziario che sul piano organizzativo ed individua i campi di azione nella formazione degli insegnanti e nella produzione e diffusione di moderni materiali didattici. Per ciò che attiene gli usi pubblici delle lingue minoritarie la sollecitazione riguarda il potenziamento degli sportelli linguistici e l’attuazione di una politica linguistica coordinata e costante.

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La seconda categoria, invece, comprende la perdurante assenza di un provvedimento specifico dedicato a rom, sinti e camminanti.
Una parte della risoluzione – come già quelle approvate alla fine dei precedenti cicli di monitoraggio – è dedicata proprio a queste comunità, di cui Strasburgo lamenta le specifiche condizioni di disagio, da diversi punti di vista: abitativo, sociale e economico.

Un’altra osservazione generale esplicitata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa riguarda il clima di intolleranza presente in Italia tanto nei confronti degli immigrati quanto di rom, sinti, camminanti e minoranze linguistiche storiche.

Probabilmente i componenti del Comitato tecnico consultivo che ha condotto il monitoraggio hanno riferito al Comitato dei ministri di come spesso nei media italiani, ‘vecchi’ e ‘nuovi’, vengono affrontate queste questioni. Magari avranno comunicato anche il risultato delle loro osservazioni riguardanti il linguaggio usato nei social media da coloro che esprimono la loro netta contrarietà nei confronti dell’attuazione della normativa di tutela, per esempio nella pubblica amministrazione o in campo scolastico. Oppure avranno riscontrato l’azione di qualche zelante (?) insegnante o dirigente scolastico solertemente (?) impegnato a non esporre (sic!) gli allievi all’uso e all’insegnamento delle lingue di minoranza (neanche si trattasse di materiale radioattivo…).

La risoluzione affronta anche la promozione delle attività culturali nelle lingue delle minoranze, su cui sollecita un’azione positiva, e infine si occupa della rappresentatività e dell’operatività del Comitato tecnico previsto dalla legge statale 482/1999, di cui suggerisce una riorganizzazione proprio nella direzione di una maggiore rappresentanza delle minoranze linguistiche storiche e delle loro esigenze.

A quanto pare, per eliminare i ‘debiti’ ed avvicinarsi almeno un po’ agli standard europei, in Italia c’è ancora molto da fare.

Cambierà qualcosa in meglio? Se si considera che la risoluzione giunge al termine del quarto monitoraggio e che molte osservazioni erano già presenti nelle risoluzioni precedenti, è legittimo avere qualche dubbio. È altrettanto legittimo, però, ribadire la necessità di una concreta attuazione, sia a livello statale che in ambito substatale, della normativa vigente, la quale è altresì collegata con alcuni principi fondamentali della Costituizione della Repubblica italiana, e degli impegni assunti formalmente dall’Italia con le istituzioni europee.

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Lingue minoritarie, l’Italia fa un piccolo passo verso la ratifica della Carta europea

L’Italia compie un piccolo passo passo in direzione della ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Lo scorso 2 agosto la Prima e la Terza commissione del Senato hanno concluso l’esame del testo della proposta di legge di ratifica di quella convenzione europea, che pertanto può essere finalmente trasmesso all’Aula di Palazzo Madama e quindi approvato dal Senato in seduta plenaria.
Sebbene, almeno per ora, questo passaggio non sia stato ancora calendarizzato e quindi non si sappia quando (e se, come temono i più scettici…) approderà in Aula, si tratta comunque di una buona notizia.

Adottata il 29 giugno 1992 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e sottoposta alla ratifica degli Stati membri a partire dal 5 novembre dello stesso anno, la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie riconosce le lingue di minoranza come un valore e un patrimonio comune e fornisce un ampio e dettagliato ventaglio di indicazioni operative circa la realizzazione di azioni concrete volte a garantirne e promuoverne l’uso scritto e orale nella vita pubblica, nei media e nel settore dell’istruzione. Unitamente alla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, adottata e sottoposta alla ratifica degli Stati membri da parte del Consiglio d’Europa nel 1995, definisce una serie di standard europei per quanto attiene la promozione del pluralismo culturale, la garanzia e la difesa dei diritti linguistici e la tutela delle minoranze.

Lo Stato italiano ha ratificato la Convenzione quadro nel 1997, mentre ha sottoscritto la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie solo il 21 giugno 2000. Da allora sono state presentate in Parlamento diverse proposte di legge finalizzate alla sua ratifica, ma nessuna di esse ha raggiunto l’approvazione.
L’iniziativa legislativa più recente, che ha ottenuto alcuni giorni fa il via libera delle due commissioni senatoriali, è stata presentata – primo firmatario il senatore Francesco Palermo – il 22 aprile 2013.

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Qualche settimana fa le istituzioni italiane hanno ricevuto una nuova sollecitazione a favore della ratifica della Carta. La Rete europea per l’uguaglianza delle lingue (ELEN), organizzazione non governativa di dimensioni continentali che aggrega associazioni e altre entità impegnate per la promozione dei diritti linguistici e della diversità culturale, ha inviato una comunicazione al presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, agli altri membri dell’esecutivo e ai senatori, con l’invito a muoversi affinché lo strumento di ratifica venga approvato prima della fine della legislatura. Contestualmente, l’ELEN ha invitato anche le organizzazioni di riferimento delle diverse comunità minorizzate dello Stato italiano a far sentire la propria voce e ad esercitare nuove pressioni su Governo e Parlamento.